Museo della moda e del costume
Museo della Moda e del Costume | |
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Museo della Moda e del Costume | |
L'entrata del museo (palazzina della Meridiana) | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Firenze |
Indirizzo | Piazza de' Pitti, 1 |
Coordinate | 43°45′52.56″N 11°14′56.76″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Moda |
Collezioni | Abiti e accessori di moda dal XVIII al XXI secolo |
Istituzione | 1983 |
Apertura | 1983 |
Proprietà | Stato Italiano |
Gestione | Gallerie degli Uffizi |
Direttore | Simone Verde |
Visitatori | 393 308 (visitatori totali di Palazzo Pitti) (2023) |
Sito web | |
Il Museo della Moda e del Costume (fino al 2015 chiamato Galleria del Costume) è uno dei musei ospitati dentro palazzo Pitti a Firenze, in particolare nella palazzina della Meridiana, un padiglione a sud del palazzo al quale si accede anche dal giardino di Boboli.
Nel 2013 il circuito museale del giardino di Boboli, che comprende anche il Tesoro dei Granduchi, il Museo della Moda e del Costume, il Museo delle porcellane e il giardino Bardini, è stato il sesto sito italiano statale più visitato, con 710.523 visitatori e un introito lordo totale di 2.722.872 euro[1]. Nel 2016 il circuito museale ha fatto registrare 881.463 visitatori.[2].
La palazzina della Meridiana
[modifica | modifica wikitesto]L'ala conosciuta come palazzina della Meridiana deve il suo nome alla sala della Meridiana, che era stata costruita sotto la consulenza astronimica di Vincenzo Viviani tra il 1693 e il 1696, con un foro gnomonico entro un affresco dell'Allegoria del Tempo che esalta la Scienza e calpesta l’Ignoranza e, insieme al Merito, rendono omaggio a Galileo Galilei e Amerigo Vespucci di Anton Domenico Gabbiani[3].
Nel 1776 Pietro Leopoldo di Lorena decise di costruirvi una vera e propria dépendance a meridione di palazzo Pitti, il cui progetto venne affidato all'architetto Gaspare Paoletti, che vi lavorò fino al 1813 coadiuvato da Giuseppe Cacialli. Un decennio più tardi fu completata da Pasquale Poccianti, che realizzò la facciata meridionale, dotò l'edificio di nuovi locali e curò il programma delle decorazioni.
La galleria
[modifica | modifica wikitesto]La galleria del costume è stata fondata nel 1983 sotto la direzione di Kirsten Aschengreen Piacenti e contiene una collezione che, compresi gli oggetti in deposito, arriva a più di 6000 manufatti, fra abiti antichi (i più vecchi risalgono al XVI secolo), accessori, costumi teatrali e cinematografici di grande rilevanza documentaria, rendendolo uno dei più importanti musei della moda del mondo[4]. Il museo italiano traccia la storia dettagliata delle mode che si sono susseguite, grazie anche alla presenza di numerosi esemplari prestigiosi di celeberrimi stilisti italiani e stranieri come Valentino, Giorgio Armani, Gianni Versace, Emilio Pucci, Ottavio Missoni, Yves Saint Laurent, eccetera[5].
La maggior parte degli esemplari proviene da donazioni pubbliche e private, a volte con la cessione di interi guardaroba di personaggi celebri, di grandissima rilevanza storica oltre che estetica. Sono pervenuti così gli abiti della nobildonna siciliana Franca Florio, o quello di Eleonora Duse. Notevole è anche la collezione di costumi teatrali raccolta da Umberto Tirelli, fondatore di un'importante sartoria specializzata in questo settore[6]. È esposta anche una collezione di bigiotteria di scena del XX secolo.
Fra le eccezionali rarità del museo i vestiti funebri del granduca Cosimo I de' Medici, di sua moglie Eleonora di Toledo e del loro figlio Garzia, deceduto a quindici anni a causa della malaria. Rinvenuti nelle tombe presso le Cappelle Medicee, il restauro è avvenuto nei laboratori della galleria stessa.
Per la fragilità degli oggetti esposti le collezioni ruotano periodicamente almeno ogni due anni, all'interno di un percorso che si snoda cronologicamente e tematicamente, senza contare le esposizione monografiche periodiche che si tengono in alcune sale particolari della Galleria[7].
Mostre
[modifica | modifica wikitesto]- La moda femminile fra le due guerre è il tema che è stato affrontato in una mostra- tra 2000 e 2001- curata da Caterina Chiarelli alla Galleria del Costume, riaperta nel Giugno del 2000 dopo un lungo restauro.
- La mostra “ Il guardaroba di una signora siciliana” (2001) ha ripercorso il gusto e la moda della ricca borghesia siciliana – dagli anni Venti agli anni Cinquanta- attraverso il guardaroba della signora Venere Musarra
- Nel 2001 è stata esposta la donazione che Flora Wiechmann Savioli ha fatto alla galleria del costume e che comprende un nucleo di gioielli, abiti, dipinti astratti, accessori di moda e piccoli oggetti d'arte della famiglia.
- La mostra “ Acquisizioni attraverso il Novecento” ha voluto valorizzare le nuove acquisizioni della galleria, senza seguire nessun programma tematico. L'esposizione è stata organizzata in due gruppi a seconda della provenienza delle opere: il primo comprendeva abiti e accessori acquistati nel 2002 in una vendita all'asta e donati dal Centro di Firenze per la Moda Italiana, tra i quali si annoverano capi etichettati di Givenchy, Yves Saint Laurent, Jean-Paul Gaultier, Jean Patou, Alaïa, ma anche Gucci, Gottex e Kenzo. Nel secondo gruppo, dalle origini più eterogenee, sono stati inclusi anche esemplari della prima metà del Novecento.
- Nel 2004 la galleria ha ospitato un significativo nucleo di abiti copti, del IV e VI secolo d.C., mostrando l'evoluzione della moda e del costume nelle diverse epoche.
- La Galleria del Costume di Palazzo Pitti ha presentato, fra il 2007 e il 2008, una selezione della collezione Riva che consta di circa tremila bottoni. Il bottone è stato il simbolo dell'eleganza maschile e ha raggiunto effetti spettacolari grazie all'utilizzo dell'oro, dell'argento, delle pietre preziose.
- Alla Galleria si è tenuta una mostra dedicata alla nascita dell'arazzeria Medicea, per volere di Cosimo I, che dimostra lo spirito imprenditoriale del duca.
- Ventun arazzi e componenti d'arredo afferenti alla produzione di Mobilier National e delle manifatture Gobelins e Beauvais, costituiscono il materiale di una mostra tenutasi fra 2008 e 2009 alla Galleria del Costume.
- La mostra in onore di Dianora Marandino- presentata alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti nel 2011- ha presentato una selezione di capi d'abbigliamento e di bozzetti preparatori che fanno parte della cospicua collezione data in dono dal consorte, il maestro Enzo Faraoni. Quest' artista, essendo volutamente rimasta sempre al di fuori della grande produzione, è scarsamente conosciuta al di fuori dell'ambito di specialisti nel settore.
- Fra il 2013 e il 2014, alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti è stato proposto un percorso espositivo sull'antico mestiere della modista che crea cappelli, qui elevati a vere e proprie opere d'arte. Nello stesso periodo un'altra rassegna – curata da Caterina Chiarelli- è stata dedicata al guardaroba di alcune delle donne più influenti del Novecento e alle protagoniste della moda di quest'ultimo secolo. Due sezioni sono state invece dedicate agli abiti da sposa e ai gioielli intrecciati creti dalle donne del Rwanda. La Galleria del Costume è attualmente l'unico museo di storia della moda e del costume in Italia.
- Dal 1º ottobre 2014 fino all’11 gennaio 2015 la Galleria del Costume di Palazzo Pitti è la sede della mostra in onore di Piero Tosi. In onore del conseguimento del premio Oscar alla sua carriera che lo descrivono come un “ visionario i cui unimitabili costumi superano il tempo facendo vivere l'arte nei film”. La mostra, intitolata “Omaggio al Maestro Piero Tosi. L'arte dei costumi di scena dalla Donazione Tirelli”, è composta da una quindicina di abiti di scena di Piero Tosi; le opere sono esposte nella sala da ballo del museo. L’allestimento è stato coordinato dall’architetto Mauro Linari e comprende anche un nucleo di importanti abiti storici, costumi teatrali e cinematografici di grande fascino risalente alla ricca donazione di Umberto Tirelli alla Galleria del Costume nel 1986. Tra i costumi di scena presenti nella mostra e ideati dallo stilista Tosi, ricordiamo Medea (regia: Pier Paolo Pasolini), Elisabetta (Sissi) (regia: Luchino Visconti), Giuliana Hermil (L’innocente, regia: Luchino Visconti)[8].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Visitatori e introiti dei musei
- ^ Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Visitatori e introiti dei musei Archiviato il 10 gennaio 2017 in Internet Archive.
- ^ Caterina Chiarelli, La Meridiana di Palazzo Pitti, Livorno, Sillabe, 2007.
- ^ Firenze - Travel Europe, Script, Bologna, 2012., su books.google.it.
- ^ Toscana fashion: 5 musei dedicati alla moda | Visit Tuscany, su visittuscany.com. URL consultato il 18 gennaio 2019.
- ^ Il Museo della Moda e del Costume di Firenze | Visit Tuscany, su visittuscany.com. URL consultato il 18 gennaio 2019.
- ^ Caterina Chiarelli (a cura di), Galleria del Costume di Palazzo Pitti: le collezioni. Moda fra analogie e dissonanze, Livorno, Sillabe, 2010.
- ^ Firenze - Galleria del Costume di Palazzo Pitti - Mostra 'Omaggio a Piero Tosi' in mostra i costumi di scena di Maria Callas e Romy Schneider, su beniculturali.it. URL consultato il 10 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2018).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Galleria del costume, La Galleria del costume, Firenze, Centro Di, 1993, ISBN 88-7038-239-7.
- Caterina Chiarelli (a cura di), Galleria del Costume di Palazzo Pitti. Moda femminile tra le due guerre, Livorno, Sillabe, 2006.
- Caterina Chiarelli (a cura di), Il guardaroba di una signora siciliana, Livorno, Sillabe, 2006.
- Caterina Chiarelli, Antonio Paolucci (a cura di), La donazione Flora Wiechmann Savioli, Livorno, Sillabe, 2006.
- Caterina Chiarelli (a cura di), Acquisizioni attraverso il Novecento, Livorno, Sillabe, 2006.
- Caterina Chiarelli e M. C. Guidotti (a cura di), Abiti copti del Museo egizio di Firenze alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti, Livorno, Sillabe, 2006.
- Caterina Chiarelli, Roberta Orsi Landini (a cura di), Moda e stile. Interpretazioni personali nella storia dell'abbigliamento, Livorno, Sillabe, 2006.
- Caterina Chiarelli e Dora Liscia (a cura di), Appesi a un filo. Bottoni alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti/ Bound by a Thread. Buttons at the Galleria del Costume in Palazzo Pitti, Livorno, Sillabe, 2007.
- Lucia Meoni (a cura di), La nascita dell'arazzeria medicea, Livorno, Sillabe, 2008.
- Caterina Chiarelli, Ginevra Utari (a cura di), Arazzi d'autore. Da Picasso alle creazioni di oggi nelle manifatture di Gobelins e Beauvais, Livorno, Sillabe, 2008.
- Caterina Chiarelli (a cura di), Dianora Marandino. Fantasie di colori, Livorno, Sillabe, 2011
- Caterina Chiarelli (a cura di), Il Cappello-The hat . Fra arte e stravaganza, Livorno, Sillabe, 2013.
- Caterina Chiarelli (a cura di), Dal guardaroba al museo. Dinamismo e metamorfosi della galleria del Costume, Livorno, Sillabe, 2011.
- Caterina Chiarelli (a cura di), La Meridiana di Palazzo Pitti, Livorno, Sillabe, 2007.
- Caterina Chiarelli (a cura di), Moda fra analogie e dissonanze. Galleria del costume di Palazzo Pitti- Le collezioni, Livorno, Sillabe, 2010.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo della Moda e del Costume
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (IT, EN) Sito ufficiale, su uffizi.it.
- Sito ufficiale, su uffizi.it.
- Sito ufficiale, su uffizi.it.
- Museo della moda e del costume, su CulturaItalia, Istituto centrale per il catalogo unico.
- Museo della moda e del costume, su Sistema archivistico nazionale, Istituto centrale per gli archivi.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 153147848 · ISNI (EN) 0000 0001 2182 2335 · J9U (EN, HE) 987007424618305171 |
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